Local Talents: 3 domande a… Daniel Mahlknecht

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Dopo molti anni passati dietro la macchina da presa, Daniel Mahlknecht ha le sue precise preferenze: “La Sony PMW-EX3 è stata uno dei primi modelli HD professionali compatti ed economici, ma non l’ho mai sopportata. Al contrario, adoro la Aaton LTR7 dalla prima all’ultima versione”. Cameraman per moltissimo tempo, Mahlknecht oggi ricopre spesso il ruolo di key grip, occupandosi di far arrivare la macchina da presa esattamente dove serve – e parla con TAKE del suo talento e dell’importanza del “peso” sul set.

Take

Come è arrivato a occuparsi di muovere e mettere in scena le immagini?

Daniel Mahlknecht

Dopo la maturità ho frequentato la scuola di cinema Zelig e, da allora, ho sempre lavorato nel settore cinematografico. Negli ultimi anni meno come regista e più come prestatore di servizi tecnici, soprattutto come key grip nel campo dei lungometraggi. Già durante la scuola di cinema chiedevano sempre a me di trovare una soluzione tecnica quando qualcosa non si poteva fare in modo convenzionale. Questa fama mi è rimasta addosso e mi ha portato a diventare key grip, un ruolo che richiede esattamente questa capacità di improvvisare. Ed è proprio questa capacità, insieme a IDM Film Commission, ad avermi aperto le porte del cinema.

Take

Com’è cambiata la sua attrezzatura nel corso del tempo?

Daniel Mahlknecht

All’inizio lavoravo con pesantissime macchine da presa SD, la cui qualità d’immagine, allora come oggi, è appena accettabile. Per un key grip, il peso e le dimensioni dell’attrezzatura sono assolutamente fondamentali: oggi è tutto più leggero, anche se una macchina da presa professionale completamente equipaggiata continua a pesare parecchio. Con l’arrivo di macchine da presa e gimbal più leggeri, si ricorre sempre meno all’uso di binari o dolly. Questo naturalmente semplifica le cose, ma solo fino a un certo punto: è vero che si trasporta meno peso, ma spesso lo si deve portare per molto più tempo.

Take

L’uso dell’attrezzatura in un piccolo documentario è molto diverso rispetto a una grande produzione cinematografica?

Daniel Mahlknecht

Di base non cambia molto. Nel caso di un piccolo documentario l’attrezzatura specifica viene usata solo pochi giorni, o non viene utilizzata affatto. Nella maggioranza dei casi il compito viene svolto con un gimbal o con un piccolo drone. Nel caso invece di un lungometraggio, il budget e la possibilità di pianificare le inquadrature consentono un uso più esteso delle attrezzature. In ogni caso, dipende molto anche dal progetto e non necessariamente dal fatto che si tratti di un documentario (inscenato) o di un lungometraggio.

Take

I Local Talents 2025 sono filmmaker e professionisti del cinema altoatesini selezionati da IDM Film Commission, con oltre un decennio di esperienza nel settore cinematografico locale. In queste brevi interviste raccontano cosa amano del loro lavoro e del cinema.

Foto (c) Tiberio Sorvillo
Pubblicato il 21.11.2025